Padiglione Zero… il grande mistero (MAH)

Girovagando per l’Expo ho notato che molto di quello che è stato fatto è stato pensato per i più giovani… cosa sicuramente importante visto e considerato che il futuro è loro. Ciò nonostante, considerate le centinaia di migliaia di euro spese per la realizzazione dell’Expo,  secondo me un po’ di attenzione in più l’avrebbero meritata anche i meno giovani, o comunque quelle persone curiose e desiderose di conoscere ed approfondire.

Certo, tra convegni, workshop, show ed altro, molte sono le occasioni di approfondimento per le persone più esigenti. Va però fatto notare che, a parte chi ci lavora, non penso esista persona sana di mente che ipotizzi di passare sei mesi all’Expo per poter sentire, vedere e leggere tutto di tutto. Molti sono gli stranieri… com’è possibile pensare che possano godersi per più di uno o due giorni la parte più seria che l’Expo offre? Questo aspetto genera in me e nei più uno dei tanti “mah” legati a questo Expo nato sotto i migliori auspici: non si poteva prevedere un maggior numero di aree comuni legate a tematiche importanti e prioritarie con un programma quotidiano rappresentato da video, slide o altro?

Ecco quindi il mio MAH legato al Padiglione Zero che, entrando dall’ingresso Ovest, è la prima struttura visitabile che si nota. Impossibile non notarlo direi considerate le dimensioni. Dopo diverse visite mi sono deciso ad avventurarmi e ad uno dei ragazzi all’ingresso ho chiesto cosa rappresentasse e cosa era possibile vedere all’interno. La laconica risposta è stata “bello, interessante” e poche scordate parole più.

E anche qui si pone un altro grande quesito: invece di assumere (ipotizziamo) ad esempio 200 persone per 7 mesi non potevi assumerne 140 per 10 ed istruirle come si deve nel dare informazioni corrette? La reputazione dell?Expo dipende anche da questo. Ed invece girovagando per l’Expo scopri che abbiamo assunto,e lo dico a gran voce: ABBIAMO ASSUNTO un numero inconsueto di passeggiatrici e passeggiatori paganti. Per carità: bravissimi ragazzi e bravissime ragazze che tutto pensavano fuorché d’esser pagati per passeggiare.

Ad ogni modo, non avendolo io capito e non avendo ricevuto una risposta chiara ed esaustiva da parte di chi presidiava l’ingresso, simulo una domanda a chi l’ha ideato citando quanto trovate sul sito ufficiale e poi vi lascio a qualche fotografia.

Due aree sono state destinate ad ospitare i semi di moltissime varietà del mondo vegetale.
Due aree sono state destinate ad ospitare i semi di moltissime varietà del mondo vegetale.
Il Padiglione Zero secondo Davide Rampello e Michele De Lucchi

Che cosa racconta?

Davide Rampello: Vogliamo proporre un racconto che parte dalla memoria dell’umanità, passa attraverso i suoi simboli e le sue mitologie, percorre le varie fasi dell’evoluzione del suo rapporto con la Natura – dall’azione di addomesticare il mondo animale e vegetale all’invenzione degli strumenti della lavorazione e della conservazione – e arriva fino alle forti contraddizioni dell’alimentazione contemporanea. Un percorso emozionale che da racconto universale si fa storia individuale.

Tre motivi per visitarlo…

D.R.: Conoscere, condividere, emozionarsi.

Quale futuro disegna?

D.R.: Secondo la visione agostiniana del tempo, passato, presente e futuro coesistono nell’animo: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l’attesa. Ecco, ciò che l’esperienza di questo percorso intende lasciare nei visitatori è proprio la necessità di una tensione verso qualcosa di nuovo, diverso, altro.